La Divina carezza

I poveri hanno tanto bisogno di amare e di comprensione. È la loro età che li riporta alle esigenze dei bimbi che solo un grande amore, una grande comprensione rendono felici. Essi che hanno provato nella vita il disprezzo, l’abbandono, e la lotta in casa loro trasformatosi in posto di tormenti, fuori di casa ove si sentono il ludibrio dei piccoli e dei grandi senza pietà e senza cuore, perché senza amore di Dio, questi cari poveri hanno trovato nell'Opera il nido ove riscaldano il cuore agghiacciato dall'insulto, la madre che rinvigorisce le loro spossate energie, la protezione contro i soprusi, la pace dopo una bufera di odio abbattutasi sulla loro povera esistenza. È Gesù che da sei anni è apparso innanzi a loro nella figura del Sacerdote che vive per essi, in quella di anime generose che lavorano per essi, nella dolce figura dei bambini, piccoli amici dell’Opera, che loro sorridono mentre li beneficano, nella figura dei benefattori che non sanno più vivere senza il pensiero pei poveri dell’Opera, non sanno più assentarsi dalle gioie e specialmente dai dolori dell’Opera che vive e lotta e soffre per la sorte dei suoi poveri. È sempre Gesù che non solo passa beneficando e sanando, ma che sosta, e desidera di fermarsi in mezzo ai prediletti del suo cuore, in mezzo ai poveri. È Gesù che dispensa le sue divine carezze. E a Pasqua del 1947 ha fatto il suo grande dono ai poveri dell’Opera (Amare 159, 6.4.1947).

Servo di Dio don Ambrogio Grittani