Pace-pace-pace

Il venerdì, verso sera, Lo deposero dalla Croce insanguinata. Maria Santissima, Giovanni, il discepolo che Lui amava, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo e le pie donne, formarono il mesto corteo. Lo avvolsero nei candidi lini profumati di balsami e Lo deposero nel sepolcro nuovo. Una pesante pietra coprì il sepolcro e il Corpo Divino fu sottratto agli occhi degli amanti del Crocifisso. Si fece buio. La notte avvolse uomini e cose. Cuori amanti e cuori odianti, tutti in attorno a quel sepolcro, tutti in attesa di una parola, la parola dell’Ucciso. All'alba del terzo giorno venne per tutti quell'attesa parola dell’Ucciso Risorto e fu una parola uguale per tutti, per chi aveva pianto e per chi aveva goduto per la sua morte. Pace- Pace- Pace. Erano cuori tutti in pena; i cuori di coloro che avevano sofferto per il Crocifisso, e i cuori di coloro che L’avevano crocifisso. Il rimorso era incominciato ai piedi della Croce subito dopo la morte di Gesù e Longino a nome di tutti i crocifissori l’aveva manifestato: Veramente Costui era il Figliuolo di Dio. Non avevano voluto credere a Gesù quando proclamò solennemente la sua Divinità innanzi ai giudici: «Mi vedrete un giorno venire sulle nubi del cielo con grande maestà». Credettero però alla voce terrificante della natura, che al morire di Gesù si era scossa. E scesero dal monte della Crocifissione per scuotendosi il petto per il male fatto. Cuori di crocifissori che penano già e attendono la parola del Crocifisso, la parola del perdono. E Gesù la pronunziò la parola di pace per chi aveva amato e per chi aveva odiato. Pax Vobis nella gloria della Risurrezione (Amare 263, 17.4. 1949).

Servo di Dio don Ambrogio Grittani